Friday, June 22, 2007
ECCE ROBOT cronaca di un'invasione

Uno spettacolo di Daniele Timpano
ispirato liberamente all'opera di Go Nagai
una produzione di Amnesia Vivace

All’interno della folle genialità che contraddistingue la persona e l’artista, Daniele Timpano, si muove, in una schizofrenica interpretazione delle puntate salienti dell’assai più che noto beniamino di un’intera generazione, quella che all’oggi ha un’età compresa tra i 25 e i 35 anni, Mazinga. La calda voce fuori campo di Marco Fumarola scandisce i ‘tempi televisivi’ e informa sul minutaggio che resta allo scadere dello spettacolo. Le puntate doppiate in tutti i suoi personaggi da Daniele in pre-produzione sono interpretate dallo stesso sul palco, il quale, caratterizza in una posa fissa i differenti personaggi, sottolineandoli con una luce diversa per ognuno. La stesura drammaturgica di Timpano è come al solito impeccabile, la sua maestria di scrittura tanto quanto autoregistica gli permettono un linguaggio semplice e diretto, decodificato nel segno nel tono e nei tipi. Tutto ciò permette allo spettatore, una comprensione completa e inoppugnabile, senza che mai corra il rischio di scambiare ad esempio che so: Dottor Inferno con Shiyro sebbene voce e interprete siano, come ho già detto, i medesimi. Il mio stupore iniziale risulta essere solo relativo, almeno per la prima parte dello spettacolo, al mio faticare nel rintracciare la persona dietro i personaggi, l’artista infatti, generalmente, usa le sue numerose stravaganze personali, come cifre stilistiche dei suoi lavori.
La struttura dello spettacolo alterna alle puntate di Mazinga Z, il racconto di Timpano dell’invasione culturale nipponica iniziata il 4 aprile 1978 in seno a mamma RAI, inesorabilmente proseguita dall’allora fininvest (noncurante del malcontento genitoriale) e completata dalle innumerevoli reti locali. In men che non si dica, i bonari personaggi partoriti da Carosello vengono soppiantati da una valanga di violenza a buon mercato disponibile ad ogni ora nei differenti palinsesti. Il racconto della situazione socio culturale che ne deriva viene intramezzato dai ricordi relativi all’esperienza personale dell’autore. Lui stesso dipinge il quadro di se/solo in compagnia della vivace e accogliente TV. Prende posizione riguardo alla stampa di quel periodo, agli errori di valutazione nell’attribuzione di colpe rispetto alla valenza diseducativa di quei prodotti, e soprattutto prende le difese di un genere bistrattato, demonizzato e strumentalizzato. Le parti informative e narrative dello spettacolo risultano essere a mio avviso prolisse, non raggiungono la tensione che invece padroneggiano le altre (le puntate di Mazinga Z) e sebbene dalle prime traspare una preparazione teorica rispetto all’oralità assolutamente strutturata, quest’ultima, non risulta bastante. Un prodotto intelligente esilarante e valido in cui a volte, sporadicamente, l’attore mal si incastra nella matematica partitura, dando luogo a piccoli ritardi che sporcano ‘la macchina’.
Io appoggio la tesi di Timpano, la violenza scaturita dai quei cartoni non è superiore alle battaglie con i soldatini, e , cosa più importante, non è pericolosa perché relativa ad un ambito quale il gioco e circoscritta a quello. Gli innumerevoli bambini fratturati nel lanciarsi vicendevolmente i componenti sono vittime solo e soltanto della disattenta sorveglianza dei propri genitori tanto presi da questioni teoriche o personali al punto di dimenticare l’incidenza di una carezza mancata. Sono una trentenne come Daniele Timpano sono cresciuta a pane e alabarde spaziali e la persona che sono non è solo e soltanto relativa a ciò che la TV mi ha propinato e in che modo. Viva la violenza di Daitan 3, l’erotismo soft di Lady Oscar, l’incesto di Giorgie e l’irriverenza maleducata di Gigi la Trottola. Non Vi è stato possibile toglierceli all’epoca e non vi permetteremo di farlo né ora (all’età di trent’anni) né mai.
Gio'-rgia.
 
posted by gio' at 3:44 PM | Permalink |


0 Comments: